L’unica alternativa al fallimento è l’ingresso dei privati, peraltro il quota maggioritaria, al 51%. Si procederà entro settembre, perché, il mese prossimo, la dirigenza dell’azienda dovrà portare i libri in Tribunale. Si è conclusa così, ieri sera, la riunione dedicata al caso Atp e la posizione emersa delude, decisamente, i sindacati

, che avevano chiesto di salvare l’azienda, nell’immediato, con intervento della Filse, finanziaria della Regione. Una ipotesi che i politici hanno definito non percorribile per ragioni tecnico – legali, benché qualcosa di simile sia stato fatto, alla Spezia, per l’Acam. “L’assessore Paita ha detto che a Spezia è stato fatto un errore politico – dice Marco Roverano, responsabile della cgil Tigullio, concludendo – Bene, facciamo un bell’errore politico anche per il Tigullio Golfo Paradiso!”. Roverano conclude: “Siamo di fronte a tutti i livelli ad una nuova classe: non più politici che amministrano, ma amministratori che adattano alla bisogna le ispirazioni ideologiche al tramonto”. Secondo Antonio Graniero, segretario Cisl dell’area metropolitana di Genova, “è vero che ci sono i problemi, nazionali, di risorse per il trasporto pubblico locale, ma la Regione si trincera dietro di essi, mentre i sindaci dovrebbero riuscire a farsi sentire, oppure dimettersi in massa”. Solo ieri mattina, in consiglio regionale era stato votato un ordine del giorno che, unitariamente, chiedeva l’intervento di Filse, sebbene precisando “se possibile”. “Se possibile, però, non vuol dire che non si deve cercare la possibilità. Chiederemo perché la giunta non ha valutato davvero questa strada”, preannuncia Gino Garibaldi, consigliere regionale Pdl.