La caccia è di nuovo ferma anche se la situazione, ormai, sembra paradossale. Oggi, infatti, il Tar ha accolto il ricorso presentato, d’urgenza, dalle associazioni ambientaliste, contro il calendario provvisorio emanato dalla Regione, in commissione, soltanto sabato scorso. Quello fu un provvedimento urgente

, per consentire l’attività venatoria, che era stata sospesa dal Consiglio di Stato, con rimando all’udienza del 26 novembre per una sentenza definitiva. Oggi, appunto, stop anche al provvedimento urgente, malgrado, come sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Renata Briano, “questo calendario fosse molto più restrittivo rispetto a quello precedente, che il Tar, invece, non aveva sospeso”. Lo stop sul testo precedente, infatti, era arrivato solo dal Consiglio di Stato, in secondo grado, mentre quello nuovo presentava tre varianti, tra cui l’obbligo di munizioni atossiche per la caccia agli uccelli. “Sono molto preoccupata per i danni economici, soprattutto per l’entroterra e ancora di più per i danni all’agricoltura”, riprende Briano. Al solito, la posizione della Regione è bipartisan ed il gruppo del Pdl diffonde una nota in cui afferma: “E’ vergognoso che la politica ed il consiglio regionale, che hanno il compito di gestire il territorio, vengano superati da una burocrazie che fa solo il male della Liguria”. L’associazione 4 Valli lamenta, invece, quella che definisce “incapacità evidente della giunta regionale”, chiedendone le dimissioni e preannunciando un procedimento davanti alla Corte Europea. Con una posizione diversa da quella espressa, poco tempo fa, attraverso Nicola Rolando, oggi Luigi Visco, dello stesso comitato, dice che a tutelare il territorio “non sono certamente avvocati e giudici, ma unicamente contadini, allevatori e cacciatori, in stretta collaborazione”.