Un centinaio di partecipanti, tra lapidei, edili, imprese commerciali e artigianali, questo pomeriggio, erano nella sala polivalente di Leivi, per dire che mesi di chiusura della 225 significherebbero la morte di molte attività della Fontanabuona

, e che già adesso, ad una settimana dal disastro, si sono moltiplicati i costi e tagliati i clienti. L’esito è stata la costituzione di un comitato, denominato, almeno per ora, “Salviamo la Fontanabuona”, che si incarica di fare pressioni sulle istituzioni. La soluzione alternativa proposta per riaprire la Fontanabuona ai mezzi pesanti è la collocazione di un ponte provvisorio tra località Pian di Rocco e la provinciale 586 della Val d’Aveto, ma si vuole anche che la segnaletica, qua e là, precisi che i mezzi leggeri possono transitare, che non ci siano ulteriori lavori sulla 225 e, anzi, si elimini il semaforo alla Perella, non si limitino le corse delle corriere. Un primo confronto diretto con assessori regionali sarà, il 6 novembre, la riunione richiesta da Confindustria.