Arrivano giornate aggiuntive, nella caccia al cinghiale, da qui alla conclusione della stagione, ovvero da qui a fine gennaio. A causa delle ripetute sospensioni dell’attività legate ai ricorsi a Tar e Consiglio di Stato, infatti, tra ottobre e novembre scorsi sono saltate sei delle diciassette giornate di attività venatoria

, fissate al mercoledì e alla domenica: un 35% delle battute, in base al quale, adesso, sembra difficile raggiungere il contingente di 10.500 esemplari di cinghiale, ritenuto abbattibile dalla Provincia di Genova. Questo ente, pertanto, ha prorogato sino alla fine della stagione venatori ala possibilità, per le squadre, di fare battute aggiuntive, al giovedì e al sabato, per un massimo di cinque. “I cinghiali provocano devastazioni a orti, vigneti, uliveti, terrazzamenti, ma anche sui versanti e sul corso dei piccoli rivi”, commenta il commissario della Provincia, Piero Fossati, giustificando il provvedimento. I numeri sono significativi anche per quanto concerne le operazioni della polizia provinciale: “Le nostre pattuglie – riprende Fossati – sono intervenute, in collaborazione con gli ambiti territoriali di caccia o con gabbie e appostamenti, 292 volte, con 630 abbattimenti totali, di cui 507 nel levante”. Per chi lamenta la devastazione di orti, alberi e giardini, invece, la cattiva notizia è la sospensiva applicata dal Consiglio di Stato che ferma, dal primo gennaio al 15 marzo 2014, la caccia al capriolo. Questo, non ancora in base ad una sentenza definitiva, ma accogliendo la richiesta di sospensiva presentata dall’associazione Verdi – Ambiente – Società. Questo, sul presupposto dell’illegittimità costituzionale della legge regionale di proroga del Piano Faunistico Venatorio.